’89 domande a Fabio Turchi – Pugile

Nome? Fabio (@fabioturchiofficial).

Età? 28.

Cosa hai studiato? A malincuore non sono riuscito a diplomarmi per motivi sportivi. 

Che lavoro fai? Pugile professionista.

Il pugile professionista è un mestiere che ti permette di guadagnare bene? Rispetto alla carriera che sto facendo se fossi Inglese o Americano guadagnerei molto di più. Ad ogni modo tramite sponsor e borse (i premi messi in palio per i combattimenti ndr) riesco a vivere bene.

Qual è stato il match per il quale hai ottenuto il maggior compenso? L’ultimo match disputato, per il titolo dell’Unione Europea. 

A quanti soldi corrisponde? Diciamo lo stesso valore di una nuova automobile di media classe.

Ogni quanto combatti? Dipende dall’organizzazione degli incontri. In quest’ultimo anno purtroppo ho combattuto una sola volta.

Quanto pesi? 94/95kg, dipende dal periodo. Solitamente sono 100kg, ma ultimamente sto cercando di mantenermi costantemente intorno ai 95kg. Questo mi permetterebbe di combattere anche in caso di scarso preavviso, e in generale di avere una miglior condizione fisica.

Quanto sei alto? 186cm.

Segui un regime alimentare particolare? Sì, seguo una dieta prediligendo proteine e grassi. Cerco di non mangiare molti carboidrati.

Qual è il tuo piatto preferito che di solito non puoi concederti? Tiramisù.

In quale categoria di peso combatti? Cruiserweight, massimi leggeri in italiano, ovvero 90,7kg.

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È vero che le categorie pesanti sono considerate le più pericolose? Se sì, perché? Il pugno di un peso massimo è sempre più pericoloso di un peso medio o leggero, perché scateni molta più forza grazie al peso del tuo corpo. Di conseguenza le categorie più pesanti sono più pericolose. Il pugno del KO è sempre dietro l’angolo.

Ti è mai capitato di subire traumi di grave intensità durante un incontro o allenandoti? Fortunatamente no.

La boxe è uno sport faticoso come sembra? Direi di sì, conosco calciatori di alto livello e mi dicono che anche secondo loro gli allenamenti pugilistici sono tra i più duri in assoluto.

È vero che la boxe che si vede alle olimpiadi è un altro sport rispetto a quella dei professionisti? È vero. Si fa sempre a pugni, ma i dilettanti combattono tre riprese al massimo, e devi dare tutto in quei tre round. I professionisti invece combattono su 12 riprese, devi saper gestire un incontro in vari momenti, che può cambiare da un momento all’altro. Anche i guantoni sono diversi, ci sono vari elementi che lo rendono qualcosa di completamente diverso. Anche l’organizzazione pugilistica è totalmente differente. Purtroppo in Italia esiste una sorta di dilettantismo di stato, nel senso che se vuoi essere un pugile nella vita è più semplice esserlo a livello dilettantistico perché hai la possibilità di farlo attraverso i gruppi sportivi dell’esercito, o della polizia ecc. Il pugile professionista non viene appoggiato da alcuna organizzazione statale.

Se potessi essere un celebre pugile del passato chi vorresti essere? Rocky Marciano, Marvin Hagler mancino come me, ed Evander Holyfield che a mio parere è il miglior massimo leggero della storia.

6 Apr 1987: Sugar Ray Leonard, left, battles “Marvelous” Marvin Hagler, right, during a middleweight bout at Caesars Palace in Las Vegas, NV. Leonard won the fight in a 12 round decision.

Con quale grande pugile del passato vorresti combattere? Holyfield.

E del presente? Usyk, l’attuale campione del mondo pesi massimi.

Pensi di avere grande notorietà a livello italiano? La gente mi conosce come pugile, non come un personaggio fuori dal ring. Penso di avere una buona notorietà pugilistica in Italia, ci tengo molto e questo mi fa davvero piacere. Voglio essere da stimolo per i giovani per poter intraprendere questo sport.

Pensi che avresti più notorietà se fossi molto più forte come pugile? Un po’ di più, ma non eccessivamente, perché in Italia il grande pubblico vede solo il calcio. Manca nel nostro sport un Valentino Rossi o un Alberto Tomba, questo forse cambierebbe le cose. 

Perché non ci sono pugili italiani che combattono nei palcoscenici più importanti e celebri del mondo, come ad esempio a Las Vegas, incontrando i combattenti più bravi e famosi quali Canelo, Lomachenko, Lopez, Fury, Joshua o Usyk? È un discorso complesso che va a monte. Negli ultimi vent’anni in Italia il pugilato di “Serie A” è il dilettantismo (boxe olimpica ndr). Anche l’insegnamento è fermo alla pugilato da olimpiade, non ci sono maestri di boxe professionistica. Grandi atleti come Cammarelle e Russo che hanno vinto di tutto nella boxe dilettantistica non sono diventati pro, di conseguenza il movimento ha visto meno atleti negli ultimi anni in certi palcoscenici. Io penso che, come fanno in altri paesi dalla grandissima tradizione pugilistica dilettante come Russia o Cuba ad esempio, dopo che un pugile dilettante si trova a partecipare ad una o due olimpiadi, questi dovrebbe tentare il passaggio al professionismo. Nel nostro Paese comunque è molto difficile, perciò in tanti non ci provano nemmeno.

Pensi che per giungere in certi palcoscenici si debba essere solo molto bravi o c’è anche un sistema di agenti e procuratori che ti fa arrivare a quei livelli? Nello sport di oggi la bravura è fondamentale, ma soprattutto è importante quanta conoscenza porti a livello di risonanza, quanto tiri a livello di pubblico. Se in America o in Inghilterra non ti conosce il grande pubblico, è difficile che un organizzatore chiami te per un match importante. Noi ad esempio stiamo lavorando con Dazn e Matchroom Boxing (una tra le più importanti agenzie di promozione pugilistica mondiale ndr). Questa è una buona strada perché se queste realtà notassero che in Italia il pubblico che segue lo sport e il movimento in generale è ampio, allora sarebbe più facile che i nostri pugili venissero scelti per match importanti.

Perché credi che in Italia la pugilato sia molto meno seguita rispetto a una trentina di anni addietro? Non c’è un motivo preciso a mio parare. Sicuramente c’è meno interesse. Ad ogni modo credo che uno spettatore a cui la pugilato non interessa, ma vede per caso l’incontro alla tv, e l’incontro è ben organizzato, con due atleti che si equivalgono su un palcoscenico spettacolare, anche questa persona ne sarà sicuramente attratta. Credo che la pugilato come sport di per sé piaccia in generale.

Pensi che se tu potessi combattere un match per le cinture mondiali della tua categoria contro il campione del mondo, a Las Vegas, e diventassi campione, la pugilato tornerebbe ad essere seguita in Italia? Non penso. Guarda Marvin Vettori, ha disputato il match per il titolo mondiale di UFC, primo Italiano nella storia, eppure l’MMA è seguita quanto prima, forse poco di più, ma non granché. Avrebbe risonanza momentanea, ma credo non sarebbe una cosa duratura.

Qual è stato il match più importante della tua vita? Ce ne sono due, l’ultimo che ho vinto per la cintura dell’Unione Europea, e il secondo è l’unica sconfitta subita da professionista fino ad oggi, contro McCarthy.

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Qual è stato il titolo più importante della tua vita? Quello sopra citato.

Ti sei mai sentito professionalmente realizzato? Se sì, in che momento? Non mi sento ancora realizzato, devo sempre dare il massimo e sono ancora nel pieno della mia carriera. Mi sentirei realizzato al massimo se disputassi e vincessi il mondiale, e se riuscissi a vincere premi sufficienti per poter perseguire altri progetti.

Hai mai svolto altre professioni oltre a quella del pugile? No.

Pensi potrai riuscire a sostenerti per sempre con questa professione? Dipende da quanto e cosa vinci.

Che cosa ti piacerebbe fare quando ti ritirerai? Vorrei restare nell’ambiente come tecnico o organizzatore.

A quale età, generalmente, un pugile è considerato “vecchio”, e a quale età si smette generalmente? L’età si è alzata molto, soprattutto nelle categorie pesanti. Tra i primi venti pesi massimi leggeri al mondo saremo in due sotto i trent’anni. La media smette intorno ai trentasei o trentasette. Dipende molto da che tipo di pugilato fai e che atleta sei.

È vero che alla fine della carriera i pugili rischiano di subire danni permanenti di tipo neurologico? Può succedere.

Ti fa paura questo? Non ci penso, ti dico di no perché altrimenti non potrei fare il pugile. Non è un gioco questo sport, può essere molto pericoloso.

Sei innamorato? Sì, innamorato e fidanzato da otto anni con Paola. Anche lei combatte come professionista di K1 (kick boxing ndr)

Sei eterossesuale? Sì.

Si può fare sesso prima di un match? Io da qualche giorno prima evito, ma è più per una questione mentale e di concentrazione che per motivi fisici.

Pensi o sai se esista l’omosessualità nel pugilato? Non mi è mai capitato di notarlo.

Pensi sia più raro che ci siano atleti omosessuali in sport da contatto “pesante” come ad esempio boxe, MMA, rugby o kick boxing, rispetto che in sport dove il contatto fisico è meno presente come può essere per tennis, nuoto o atletica?  In caso affermativo, pensi che questo sia collegato con il fatto che vengano sempre associati all’idea di un combattente, un aspetto e un atteggiamento molto maschio e “cattivo”? Può essere, sinceramente non ci ho mai riflettuto, ma mi risulta più difficile in effetti immaginare un atleta omosessuale nel mio sport rispetto che in altri; comunque non c’è un motivo preciso perché se un pugile o un fighter è forte lo è a prescindere dal suo orientamento sessuale.

Il fatto che tu sia un atleta professionista ti ha mai aiutato a rimorchiare? Sinceramente no, anche perché non mi sono mai vantato di essere un pugile pro e titolato.

Sei mai stato coinvolto in una rissa da strada? Sì.

In che occasioni? Mentre giocavo a calcio, una volta a scuola e una volta al circolo. Tiravo già di boxe, ma non ero agonista ancora.

Ti sei allontanato dalla zuffa o ne hai preso parte? Ne ho preso parte.

Se ne hai preso parte, hai tirato un pugno a qualcuno? Lo hai steso? Sì 🙂 

Ti è mai capitato di litigare con qualche sconosciuto, in discoteca o alle poste o in mezzo al traffico, e notare che questa persona fosse enorme e di conseguenza temere per la tua incolumità? No, mi è capitato il contrario.

Ti è mai capitato di essere colpito da un pugno (o calci o altre forme di violenza fisica) al di fuori del ring? No. 

È vero che essendo un pugile professionista per la legge italiana i tuoi pugni sono considerati armi bianche, alle pari di un coltello o simili? Posso difendermi. Se invece attacco io il fatto che sia pugile rappresenta un’aggravante.

Ci puoi raccontare un particolare aneddoto della tua carriera pugilistica? Me ne è venuto in mente uno spiacevole, ma fa capire molto di questo sport a mio avvisto. Nel 2015 durante il torneo pre-olimpico non avevo più stimoli a fare il pugile dilettante, il primo match di qualificazione in Azerbaigian perdo per KO tecnico alla prima ripresa a causa di due ferite sulle arcate sopracciliari. Tornato all’angolo non mi sentivo minimamente arrabbiato o deluso o frustrato, mi sentivo contento e sollevato del fatto che sarei tornato a casa. Ero al limite e lì ho capito che dovevo cambiare, se non fossi diventato professionista probabilmente mi sarei ritirato.

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Quali sono le persone che più ti hanno ispirato, non solo in senso sportivo? Mio padre. Ho sempre ammirato lui sin da piccolo. Mi ha introdotto lui alla boxe. E ovviamente anche Paola che mi è da sempre vicina in questo percorso, mi ascolta e mi consiglia.

Dove vivi? Vivo tra Firenze e Cecina (Livorno ndr) da tre anni.

Qual è la tua città preferita al mondo? Firenze.

Qual è il bar o locale pubblico che più frequenti nella tua città? La suite a Cecina.

Perché hai cominciato a boxare? Perché volevo diventare un campione come mio padre, lui combatteva e io volevo fare lo stesso.

Tua mamma è mai stata spaventata a causa della pericolosità dello sport che pratichi? Prima ci è passata con papà, ora con me. Penso che abbia molta paura e avrebbe preferito avessi fatto un altro sport. Nonostante ciò rispetta la mia scelta.

Esiste il doping nella boxe? Ad alti livelli esiste.

Consumi alcolici? Del vino a cena, non mi piace la birra.

Con quale frequenza? A qualche cena, non sono un gran bevitore.

Pensi, onestamente, che la pugilato sia uno sport formativo da un punto di vista di educazione e caratteriale? Consiglieresti a chiunque di fare pugilato, a livello amatoriale o agonistico, o pensi ci siano delle persone più predisposte alla violenza e che di conseguenza sarebbe meglio non imparassero a usare il proprio corpo in maniera perfetta per poter fare del male? Partendo dal presupposto che se una persona non è a posto mentalmente forse la pugilato non fa per lui, questo per me è ovvio. Comunque penso che su questo argomento in generale influisca moltissimo l’insegnante della palestra. Deve essere autorevole e trasmettere onestà e disciplina. Oggi vedo dei ragazzi molto giovani non essere ben educati già a casa o a scuola, e si nota molto: entrano in palestra e nemmeno salutano. Penso che la pugilato in questo sia uno sport che insegna molto perché il tuo avversario sta davanti a te e sei obbligato a rispettarlo e rispettare le regole che ti mettono al sicuro in primis, altrimenti rischi grosso davvero.

Pensi che l’MMA sia più violenta che la pugilato? È più crudele.

Ti sentiresti sicuro al 100% nell’affermare che un pugile esperto non farebbe mai del male volontariamente a uno sconosciuto per strada? No, non lo posso affermare.

Pensi che la pugilato sia uno sport corretto quando si tratta di competizioni nazionali dilettantistiche? Penso che i favoritismi esistano in ogni sport ormai.

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Secondo te ci sono favoritismi all’interno di queste competizioni? Come sopra. Ciò che posso poi dire è che nella boxe professionistica conta tantissimo il fattore campo. Se io combattessi in Inghilterra contro un inglese che organizza il match, lui sarebbe favorito dai giudici.

Qual è il luogo comune sbagliato che senti più spesso ripetere alla gente riguardo la pugilato? Quando mi dicono “siamo amici non mi menare”. Non è che se uno fa il pugile è un picchiatore. Io ti ho citato le risse prima, ma ero un ragazzino, non farei mai del male a nessuno e sono una persona estremamente tranquilla. La boxe non è violenza gratuita.

Hai qualche orientamento politico? Non mi rivedo in nessuna corrente politica attuale. Penso al giorno d’oggi tutti i partiti siano alla stregua.

Esistono orientamenti politici comuni all’interno del mondo della pugilato? Penso di no. Non ci dovrebbe essere politica nello sport.

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Alcuni credono che sport che presuppongano contatto fisico, grande disciplina, e rispetto della gerarchia siano talvolta collegati ad un’ideologia fascista? Pensi sia vero? Pensi quindi esista una componente politica più diffusa schierata a destra nel mondo della pugilato? Penso di no. Posso dirti che mi sono allenato in palestre dove la maggior parte dei pugili e allenatori erano chiaramente schierati a sinistra, e palestre invece dove c’erano persone schierate a destra, come in palestre invece dove non c’erano schieramenti di nessun genere.

Pensi che i pugili di colore siano più forti di quelli caucasici o è una questione totalmente irrilevante? I pugili di colore sono difficilissimi da affrontare, fisicamente sono avvantaggiati in generale.

Oltre a praticarla, segui anche la pugilato? Sono un appassionato quindi la seguo abitualmente.

Segui qualche altro sport oltre la pugilato? Il calcio.

Sei tifoso di qualche squadra? Fiorentina.

Sei mai stato a Venezia? Purtroppo no.

Ti consideri un appassionato di arte? Non particolarmente.

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Per quale motivo pensi che la pugilato venga anche chiamata la nobile arte? Non ne ho idea francamente, è uno sport dove spesso c’è malizia quando si compete, è estremamente duro e pericoloso quindi onestamente non lo so proprio.

Qual è il tuo film preferito? Rocky e The Warriors (I Guerrieri della Notte ndr), che ho entrambi tatuati.

Qual è il monumento che preferisci della tua città? Il David.

Dimmi un numero da 1 a 89? 9, come Batigol (Gabriel Omar Batistuta ndr).

Qual è il bene materiale più prezioso che possiedi? Non saprei, tutto quello che ho di materiale non è molto importante per me.

Quale automobile guidi? Non te lo dico perché ho una macchina di merda, ma che mi è molto comoda per portare i miei cani (due cani, tra cui un corso italiano ndr).

Qual è l’oggetto materiale che più desidereresti avere ma che non puoi permetterti? Niente di particolare in realtà, forse vorrei una moto.

Qual è una delle cose che ti fa più incazzare al giorno d’oggi? C’è, ma non te la dico.

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Qual è il personaggio storico, se ce n’è uno, vivo o morto, che ti ha sempre dato cosi tanto fastidio che se potessi gli meneresti forte? Draghi.

Se potessi leggere quest’intervista di qualcuno che conosci, chi sceglieresti? Dario Morello, pugile professionista, o Marvin Vettori, fighter professionista di MMA.

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